Fiori sopra l’inferno

di Ilaria Tuti

Fiori sopra l’inferno, ancor prima che un thriller, è una storia interessante.

La tensione non è mai alta, è più sonnacchiosa come il paese di montagna in cui è ambiento il tutto. Il personaggio della Battaglia è scorbutico, contorto, nasconde un passato, ma non lo direi indimenticabile, anzi finisce per essere un tantino stereotipato nel classico duo vecchio maestro – giovane apprendista. I suoi vice sono quasi trasparenti da quanto sono poco caratterizzati.

Ancor più del racconto, che scorre via liscio e piacevole, mi ha colpito positivamente la storia che c’è dietro, che non descrivo per non rovinare il finale.

Giudizio: una grande storia. Da leggere.


Tra i boschi e le pareti rocciose a strapiombo, giù nell’orrido che conduce al torrente, tra le pozze d’acqua smeraldo che profuma di ghiaccio, qualcosa si nasconde. Me lo dicono le tracce di sangue, me lo dice l’esperienza: è successo, ma potrebbe risuccedere. Questo è solo l’inizio. Qualcosa di sconvolgente è accaduto, tra queste montagne. Qualcosa che richiede tutta la mia abilità investigativa. Sono un commissario di polizia specializzato in profiling e ogni giorno cammino sopra l’inferno. Non è la pistola, non è la divisa: è la mia mente la vera arma. Ma proprio lei mi sta tradendo. Non il corpo acciaccato dall’età che avanza, non il mio cuore tormentato. La mia lucidità è a rischio, e questo significa che lo è anche l’indagine. Mi chiamo Teresa Battaglia, ho un segreto che non oso confessare nemmeno a me stessa, e per la prima volta nella vita ho paura.

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