Il grande racconto di Klimt

Il 3 giugno 2019 è uscito in tutte le librerie “Il grande racconto di Klimt” a cura di Monia Rota, per i tipi di Edizioni della sera.

Una grande raccolta di racconti ispirati a celebri opere dell’artista viennese, di cui nel 2018 ricorreva l’anniversario della morte.

Dalla seconda di copertina:

Un inedito racconto corale intorno ad un grande protagonista del novecento. Un esempio riuscito di intelligente commistione tra le arti: gli autori di questa antologia, rapiti dal genio di Klimt, indagano attraverso le loro storie gli stessi temi che il pittore Schiele, Schönberg e Freud studiavano nel pieno della Secessione Viennese. Oltre un secolo dopo la morte del celebre artista, il volume affranta temi quali il riscatto, la libertà, le paure, l’amore, la creazione, la morte: il ciclo eterno della vita, in tuta la sua bellezza.


Disponibile su: IBS, laFeltrinelli, Mondadori Store, Libraccio, Hoepli, Edizioni della sera e più o meno qualunque libreria fisica o in rete.

Io ho avuto la possibilità e la fortuna di scegliere “La culla” (olio su tela, 110×110 cm), realizzato fra il 1917 e il 1918, rimasto incompiuto, oggi conservato alla National Gallery of Art di Washington.

Il bambino ritratto, del quale è possibile individuare soltanto la testa e una mano, raffigurato sotto un’imponente trapunta dai motivi ondulati e multicolori: spiccano i gialli, i rossi, i viola, gli arancio, tanto ricchi che sembra travolgano lo spettatore. La testa del neonato, al vertice del dipinto, rappresenta la punta di un triangolo nel quale è iscritta l’intera struttura dell’opera. Il forte colorismo colorismo ricorda l’influenza del fauvismo e dell’arte slava che il pittore conobbe in seguito a un suo viaggio in Moravia nel 1917, ma come le altre opere ultime e incompiute di Klimt, anche questo ritratto annuncia qual che sarebbe dovuta essere una fase rivoluzionaria nel lavoro dell’artista, ispirata fortemente allo stile scarno e incisivo dell’amico e allievo Egon Schiele. (dalla postfazione del racconto).

Il mio racconto: Lettere da Vienna


Il quadro mi ha ispirato ad elaborare un racconto incentrato sulla personalità di Gustav Klimt, e in particolare sul suo peculiarissimo (…disturbato?) rapporto con le donne, l’amore, la famiglia e la paternità. Ho scelto il punto di vista di un’umile serva, Mitzi, proiettata dalla campagna boema al bel mondo della Vienna pre-bellica, opulenta, festaiola e gaudente. Ho scelto la forma epistolare, ispirato dalle meravigliose lettere e cartoline trovate in polverose soffitte di famiglia, con cui mio nonno, un gentiluomo viennese classe 1911, comunicava con i suoi cari. Ho cercato di imitarne il tono e lo stile, spero con qualche successo.

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