Il metodo del coccodrillo

di Maurizio De Giovanni


Dopo molto cercare l’ho trovato: questo è veramente un buon thriller, o per lo meno è quello che io intendo.

La trama è solida e credibile, fa leva su un sentimento intenso, viscerale, come l’amore per i figli. All’inizio la caratterizzazione di Lojacono soffre un po’, si passa troppo velocemente su ciò che lo ha portato ad essere quel che è, ma poi l’ispettore emerge come personaggio, affiancato da interessanti comprimari e persino il cattivo, che cattivo non è, finisce per creare empatia.

Rimane una storia vera, non tirata, credibile e che ci si potrebbe aspettare dalla cronaca, in contrasto con tanti serial killer un po’ (o tanto) tirati e fantasiosi che costellano la letteratura di genere.


Un killer freddo e metodico sta seminando il panico in città. Lo chiamano il Coccodrillo. Come il rettile sa aspettare la preda e colpirla al momento giusto, e dopo aver ucciso piange, o almeno cosí sembra. Delle indagini finirà con l’occuparsi, quasi per caso e con disappunto dei superiori, un ispettore siciliano trasferito da Agrigento per punizione. Un pentito lo ha accusato di collaborare con la mafia e lui ha perso ogni cosa: il lavoro, la moglie, la figlia. Il suo nome è Giuseppe Lojacono e sorprenderà tutti, tranne il giovane magistrato Laura Piras, donna brusca e appassionata che crede in lui da subito. I due avranno modo di incontrarsi di nuovo: a Pizzofalcone.

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