L’artista dei veleni

di Johnatan Moore


Un thriller classico sotto certi aspetti: inizia con whisky, whisky e ancora whisky. Lui è un tossicologo, ma non forense, universitario. Il gascromatografo è il suo violino.

Interessante il dualismo fra la ex fidanzata (del tenente Colombo dato che non si vede mai) e la donna del mistero. Un difetto: il fatto che le persone muoiano a ripetizione pare essere… normale. Nessun particolare allarmismo si percepisce per pagine e pagine. Poi la svolta. Una svolta interessante. Tutto sommato prevedibile.

Insomma un discreto thriller che si legge bene, ma non mi ha trasmesso le emozioni di altri del suo genere.


Caleb Maddox è un tossicologo che studia gli effetti chimici del dolore. Dopo una brutale rottura con la sua ragazza, si trova in un locale per affogare i dispiaceri nel whisky, quando una donna seducente gli si avvicina. Emmeline gli sussurra qualcosa, poi lo saluta sfiorandogli l’orecchio con le labbra. C’è qualcosa di affascinante in quella donna misteriosa, e Caleb deve rivederla. Ma non appena inizia la sua ricerca, si trova invischiato in un’indagine su alcuni omicidi seriali. La polizia sta recuperando dei corpi dalla Baia di San Francisco e tra essi c’è anche quello di un uomo scomparso nello stesso posto e la stessa notte in cui Caleb ha incontrato Emmeline. I risultati delle analisi post mortem non rivelano alcun indizio, perciò in segreto Caleb decide di prestare aiuto al medico legale della città, suo vecchio amico, e analizzare le tracce chimiche sui resti delle vittime. Ben presto le ricerche dell’assassino s’intrecciano con quelle di Emmeline, e più Caleb si avvicina alla verità più sente che il suo mondo è in pericolo…

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