Frankenstein

di Mary W. Shelley


“Frankenstein, o il novello Prometeo”, è uno di quei libri di cui hai sentito parlare così tante volte, ne hai visto così tanti film, serie, cartoni animati, da pensare a buona ragione di averlo letto. Poi un giorno, nelle infinite ore lasciate libere dalla scomparsa della vita sociale, scopri che non è così e finalmente lo affronti.

Che dire? Un romanzo gotico molto classico, tutto angosce e pensieri impuri passati al filtro della verecondia. Più leggero e scorrevole di molti altri. Quel che più mi ha impressionato è la completa mancanza di tutto quell’immaginario visuale che tutti abbiamo ben impresso nella mente. Il mostro con la zip e i tappi sulle tempie, il suo rozzo modo di esprimersi sono tutta una creazione del cinema, nel libro non ve n’è traccia! Apposta ho scelto l’unica copertina che non lo raffigura. La fisionomia del mostro non è mai descritta, si dice solo che è gigantesco e orribile, con gli occhi gialli. L’elettricità come principio che gli ridà la vita non c’è, sostituita dalla sbrigativa citazione di un lunghissimo lavoro di ricostruzione e di generici strumenti chimici. Il libro tutto è invece incentrato sul senso di colpa per aver creato, rubando capacità e prerogative che non sono proprie di un comune mortale, un essere vivente aberrante che perseguita il suo fattore psicologicamente e poi anche fisicamente.

C’è poi la lunga digressione del racconto del mostro, delle cause e dei motivi che lo hanno reso quel che è. In questo l’isolamento, l’emarginazione, il rifiuto da parte della società giocano il ruolo cardine nella genesi dal personaggio. Le poche descrizioni sono dedicate ai momenti sereni, ai paesaggi soavi, agli affetti familiari, mentre quando si va nell’horror ogni immagine scompare a favore dello scavo introspettivo.

Complessivamente il plot è geniale, lo prova la sua immensa fortuna, mentre il libro… okay, la fanciulla aveva solo 19 anni e il genio della coppia non era lei. Un buon lavoro, la trama poteva essere gestita meglio. Come dissero al tempo quando scoprirono l’identità dell’autore: “Notevole per un uomo, assolutamente straordinario per una donna!” Sia chiaro che mi dissocio da queste parole.


Tra i ghiacci dell’Artico l’esploratore Robert Walton trova un uomo stremato e lo accoglie sulla sua nave. È Victor Frankenstein, che gli racconta la sua terribile storia. Giovane e brillante scienziato, Frankenstein è riuscito a infondere la vita in una mostruosa creatura da lui stesso assemblata con pezzi di cadavere. Ma il successo ha avuto un prezzo, e tremendo… Pubblicato nel 1818, Frankenstein, o il moderno Prometeo – favola potente e terribile scaturita dalla fantasia della diciannovenne Mary Wollstonecraft Godwin, poi moglie di Shelley – venne composto nell’estate del 1816 quasi per gioco, ma si impose da subito nella cultura occidentale per la sua forza di mito antico e contemporaneo.

Ti piace? Condividilo!
Twitter
Visit Us
INSTAGRAM
RSS