Greenlights

di Matthew McConaughey


Non so con esattezza perché ho iniziato ad audioleggere questa autobiografia. Forse cercavo qualcosa di leggero, forse ero curioso di sapere qualcosa di più di un attore che mi è sempre piaciuto, anche quando si limitava a fare commedie romantiche, prima dell’ Oscar per Dallas Buyer Club. Cercavo qualche aneddoto curioso sulla sua vita, magari il suo pensiero nei confronti della recitazione, chissà. Quello che sicuramente non mi aspettavo era il tentativo del biondo ragazzone texano, di appena un anno più vecchio di me, di ergersi a maitre a penser, a guru, a filosofo pop, come finisce per definirsi, che ripercorre la sua vita tentando di trarre da ogni fatterello profonde (ehm…) lezioni di vita e di pensiero destinate all’innocente e inesperto lettore. Non ho nulla contro gli americani in generale, ci mancherebbe, o contro i texani in particolare, ma l’opera del nostro rivela impietosamente l’abisso che separa un popolo vecchio, forse troppo, come il nostro da uno giovane e fresco come il loro. I primi passi di McConaughey nel mondo della crescita personale e della consapevolezza di sé, le incredibili scoperte che ci annuncia in modo compiaciuto, a un vecchio europeo ricordano il barcollare incerto di un infante. Sfilze di precetti, liste di aforismi di ovvietà agghiacciante. Più che ‘Greenlights’ avrei intitolato il libro ‘il piccolo Matthew scopre cose’. Ho riso molto in alcuni punti, in altri sono stato accompagnato da un senso di assurdo (davvero mi sta raccontando dei suoi sogni bagnati e di come hanno determinato la sua vita? Davvero ci ha messo due ore sull’atlante per scoprire che il Rio delle Amazzoni non è in Africa?), un po’ dappertutto ho avuto la sensazione che la stesse facendo molto lontano dal vasino. Raccontami di te, Matthew, raccontami della tua vita, di come ti sei immerso nei ruoli che hai recitato magistralmente, ma la filosofia no, ti prego, lasciala a chi ne mastica. E magari prima di scrivere un’autobiografia aspetta di avere qualche anno in più, perché tremo all’idea che ai primi cinquanta possa seguire un secondo volume sul resto della tua esistenza. Quali incredibili scoperte potrai raggiungere?


«Sono in questa vita da cinquant’anni, ne scruto l’enigma da quarantadue, e da trentacinque tengo un diario pieno di idee su come risolverlo. Appunti su successi e fallimenti, gioie e dolori, cose che mi hanno stupito o che mi hanno fatto ridere di cuore. Appunti su come essere sereno. Come stressarmi di meno. Come godermela. Come fare meno male agli altri. Come fare meno male a me stesso. Come diventare un brav’uomo. Come dare un significato alla mia vita. Come essere più io. Solo di recente ho trovato il coraggio di riprendere in mano i miei diari: vi ho trovato storie del mio passato, lezioni apprese e dimenticate, poesie, preghiere, rimedi, convinzioni, alcune fotografie molto belle e un mucchio di adesividaparaurti (nel libro vi spiego cosa intendo). Ho trovato anche un filo conduttore, un approccio alla vita che mi ha dato soddisfazione allora e che funziona anche oggi: se sai come, e quando, affrontare le sfide, puoi sperimentare quello stato glorioso che io chiamo “greenlight”, semaforo verde. Così ho preso un biglietto di sola andata per il deserto, ed è nato questo libro: un album, una testimonianza, una storia della mia vita finora. Qui sono racchiusi cinquant’anni di cose che ho sperimentato, sognato, inseguito, dato e ricevuto; alcune valide, altre vergognose. Le volte in cui l’ho fatta franca, quelle in cui mi hanno beccato, e quelle in cui mi sono bagnato ballando sotto la pioggia.»

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