Un uomo entra in un caffè… cantante.

Era solo un contest, ma a mio avviso una gran bella iniziativa quella di Giuseppe Chiodi, proprietario del blog Immersivita. Dopo la selezione i miei due racconti (e quello dell’amico Ergo Scripsit giunto terzo) sono stati inseriti fra i finalisti e/o menzionati. Di seguito il link, poi il racconto.

Un uomo entra in un caffè cantante e posa la custodia del contrabbasso in un angolo. Le luci basse illuminano i tavolini che affollano la sala in stile secessione, riuscendo a squarciare il fumo azzurrino delle sigarette. Uomini in gilet sorseggiano cocktail in compagnia di ragazze in abiti geometrici e lunghe collane di perle. Il pianista si sgranchisce le dita con un motivetto dello spettacolo in cartello, ma quando vede l’uomo la melodia cambia.
Lieti che ti degni di unirti a noi. – trilla lo strumento e molti sono convinti di averlo veramente sentito parlare.
Alla buonora, François. – declama il finedicitore.
Il batterista accarezza con le spazzole le pelli tese dei tamburi e a tutti sembra di sentir ripetere la parola: – Affrettati, affrettati, affrettati!
Grazie di esserti concesso. – rimarca con voce bassa e intrisa di voluttuose promesse la sciantosa intenta a cavare nuvole di fumo dalla sua sigaretta dal lungo bocchino.
La batteria continua: – Affrettati, affrettati, affrettati!
Ma l’uomo non si dà alcuna pena. Apre con metodo la custodia, ne estrae il voluminoso strumento. Lo posa a terra controllando che il piede sia ben fermo, quindi lo appoggia alla spalla e prima di cavarne un suono si sgranchisce le dita due o tre volte. Fissa il pianista, poi il batterista, sfida con gli occhi il fine dicitore, infine accarezza la sciantosa con languida passione.
Affrettati, affrettati, affrettati! – insiste la batteria.
L’uomo afferra il contrabbasso con gesti misurati, pizzica le corde e dallo strumento escono suoni chiaramente intesi da tutti i presenti: – Son qua. Si può cominciar!

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