La Fortezza

di Nicola Pera


Cosa c’è da dire oggi sulla prima guerra mondiale? Nulla, si potrebbe pensare, ogni storia è già stata raccontata, ma… “La Fortezza” è un romanzo originale e moderno, soprattutto grazie allo strumento narrativo: l’Autore ha la notevole intuizione, impensabile cento anni fa, di utilizzare la prima persona multipla. Ogni capitolo è narrato da un differente personaggio che ci racconta il suo personale punto di vista sulla guerra, sulla vita, esprime i suoi sentimenti e desideri, e in questo modo si smarca brillantemente da tanta retorica e dona freschezza e interesse a un tema altrimenti abusato. Così ci ritroviamo nei panni di comuni soldati provenienti da ogni angolo d’Italia e dell’Impero Austroungarico, nella testa degli ufficiali, di un’infermiera, di una meretrice e madre, di un impostore. Ogni capitolo contribuisce alla vicenda in modo naturale e organico e concorre ad abbozzare un affresco vivace del fronte sul Piave così come possono averlo vissuto le persone comuni, anzi la facile identificazione con ciascuno dei personaggi induce a parteggiare ora per l’uno e ora per l’altro, chiarendo oltre ogni dubbio che non esistono buoni e cattivi, soldati e ufficiali, italiani e austriaci, ma solo esseri umani con pregi e difetti loro propri. La prosa è ottima e si adatta al modo di sentire di ogni personaggio, risultando sempre credibile e interessante. C’è da rilevare solo qualche raro cambio di tempo verbale, non particolarmente disturbante, mentre la lettura scorre piacevole verso l’epilogo.


Durante la Grande Guerra alcune reclute vengono trasferite in una caserma periferica, lontana dalla prima linea, sulle rive del Piave. Il prezzo da pagare per evitare i pericoli del fronte è quello di ubbidire all’ossessione del colonnello Alfieri di voler costruire una vera Fortezza per pareggiare un suo antico e inconfessabile debito di guerra, a qualsiasi costo. I lavori procedono con fatica tra insoddisfazione, incidenti e sabotaggi, in un equilibrio instabile, dove nulla è come appare e che si rompe solo al crollo del fronte a Caporetto. Da quel momento, le giornate di soldati e ufficiali vengono scandite dall’attesa del nemico e dal rumore dell’esercito austro-ungarico che avanza, mentre termina l’illusione di essere lontani dalla guerra. L’inganno della Fortezza stessa, e delle persone che la abitano, diventa chiaro a tutti. Italiani e austriaci.

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