The warehouse

di Rob Hart


Fantascienza? In effetti sulla copertina c’è scritto thriller e questo è indicativo. ‘The warehouse’ però è indubbiamente un romanzo di fantascienza che parla di un futuro in cui un gigante dell’e-commerce ha conquistato tutto il mercato degli Stati Uniti e recapita ogni sorta di bene tramite droni. Ricorda qualcosa? In più l’azienda distribuisce i beni a partire da giganteschi centri di smistamento in cui i lavoratori vivono in condizioni discutibili e facendo pure la fila per entrarci. C’è poi la trama thriller, interessante e ben condotta, che solo alla fine si sfilaccia con un deus ex machina e reminiscenze di Soylent Green (ma peggio, leggere per credere). Quello che rende questo romanzo un grande libro è però il messaggio, o meglio la domanda: cosa stiamo facendo ogni volta che ordiniamo un articolo online? Che futuro stiamo creando quando preferiamo due clic sul telefonino all’uscire di casa e cercare l’articolo che ci interessa in un negozio? Che mondo è, e ancor peggio quale sarà, quello in cui aziende monopoliste avranno (il futuro è ancora il tempo giusto?) il controllo della società? The warehouse, tramite la metafora della fantascienza, induce a chiedersi questo e la risposta che ne risulta può non essere piacevole. Ma la domanda è sacrosanta. Da leggere, anche per i non amanti della fantascienza. Da meditare a fondo.


“Libri. Cibo per gatti. Lucine di Natale. Selfie stick. Olio di cocco… Zinnia correva sempre più veloce destreggiandosi tra gli scaffali e i nastri trasportatori, guidata da una mano invisibile. Era l’algoritmo, che muoveva uomini e merci come fossero un tutt’uno.”

C’era un tempo in cui guadagnarsi da vivere e metter radici da qualche parte non era poi tantodifficile. Una casa, un lavoro, una famiglia erano obiettivi alla portata di molti, se non di tutti. Ma quell’epoca, ormai, è solo un ricordo, così distante da sembrare a tratti irreale. Perché oggi è tutto diverso. Oggi c’è Cloud: la mega-corporation leader nella distribuzione e fabbricazione di prodotti di ogni genere – dai libri agli apriscatole – che in due decenni di politiche aggressive ha letteralmente divorato il mercato globale. Per chi, come Paxton, ha mancato d’un soffio il sogno di mettersi in proprio e si ritrova scornato e al verde, Cloud non è tanto l’ultima spiaggia, quanto l’unica spiaggia: l’occasione di rimettersi in piedi e ripartire da zero, cogliendo al volo l’opportunità di traslocare in una delle tante MotherCloud, le avveniristiche cittadelle in cui gli impiegati del colosso dell’e-commerce abitano e lavorano in perfetta armonia. Anche Zinnia, ex professoressa, ha superato a pieni voti l’intricato processo di selezione messo a punto dai programmatori di Cloud. Ma, dietro la facciata di impiegata solerte, nasconde intenzioni pericolose. Perché Zinnia è una spia per conto di misteriosi mandanti, incaricata di colpire Cloud dritto al cuore, eliminando il suo fondatore, il vecchio, venerabile Mister Gibson. Quando i destini di Paxton e Zinnia si scoprono indissolubilmente legati forse è già troppo tardi. Troppo tardi per chiudere gli occhi sulla realtà di un mondo caduto ostaggio dell’avidità e del cinismo di pochi. Troppo tardi per tirarsi indietro. Troppo tardi per continuare a fingere che la partita sia persa in partenza.

Paragonato a classici imprescindibili come 1984 di Orwell o Fahrenheit 451 di Bradbury, The warehouse è il thriller per i tempi che verranno. Conteso dai maggiori editori e già celebrato tra i migliori romanzi dell’anno, sarà presto un film diretto dal grande Ron Howard.

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